lunedì 30 giugno 2025

Il Vangelo del Martedì 1 Luglio 2025

 

Della 13° settimana del Tempo Ordinario.

Sant'Aronne, fratello di Mosè.

Prima lettura.

Il Signore fece piovere sopra Sòdoma

e sopra Gomorra zolfo e fuoco.

Dal libro della Gènesi (19,15-29)

In quei giorni, quando apparve l’alba,

gli angeli fecero premura a Lot, dicendo:

«Su, prendi tua moglie e le tue due figlie

che hai qui, per non essere travolto nel

castigo della città di Sòdoma».

Lot indugiava, ma quegli uomini presero

per mano lui, sua moglie e le sue due figlie,

per un grande atto di misericordia del

Signore verso di lui; lo fecero uscire e

lo condussero fuori della città.

Dopo averli condotti fuori, uno di loro

disse: «Fuggi, per la tua vita.

Non guardare indietro e non fermarti

dentro la valle: fuggi sulle montagne,

per non essere travolto!».

Ma Lot gli disse: «No, mio signore!

Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi

occhi e tu hai usato grande bontà verso di

me salvandomi la vita, ma io non riuscirò

a fuggire sul monte, senza che la sciagura

mi raggiunga e io muoia.

Ecco quella città: è abbastanza vicina

perché mi possa rifugiare là ed è

piccola cosa!

Lascia che io fugga lassù-non è una

piccola cosa?-e così la mia vita sarà salva».

Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito anche

in questo, di non distruggere la città di

cui hai parlato.

Presto, fuggi là, perché io non posso far

nulla finché tu non vi sia arrivato».

Perciò quella città si chiamò Soar.

Il sole spuntava sulla terra e Lot era

arrivato a Soar, quand’ecco il Signore

fece piovere dal cielo sopra Sòdoma

e sopra Gomorra zolfo e fuoco

provenienti dal Signore.

Distrusse queste città e tutta la valle con

tutti gli abitanti delle città e la vegetazione

del suolo.

Ora la moglie di Lot guardò indietro e

divenne una statua di sale.

Abramo andò di buon mattino al luogo

dove si era fermato alla presenza del

Signore; contemplò dall’alto Sòdoma

e Gomorra e tutta la distesa della valle

e vide che un fumo saliva dalla terra,

come il fumo di una fornace.

Così, quando distrusse le città della valle,

Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire

Lot alla catastrofe, mentre distrugge-

va le città nelle quali Lot aveva abitato.

Parola di Dio.

Vangelo.

Si alzò, minacciò i venti e il mare

e ci fu grande bonaccia.

Dal Vangelo secondo

Matteo (8,23-27) anno dispari.

In quel tempo, salito Gesù sulla barca,

i suoi discepoli lo seguirono.

Ed ecco, avvenne nel mare un grande

sconvolgimento, tanto che la barca era

coperta dalle onde; ma egli dormiva.

Allora si accostarono a lui e lo svegliarono,

dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!».

Ed egli disse loro: «Perché avete paura,

gente di poca fede?».

Poi si alzò, minacciò i venti e il mare

e ci fu grande bonaccia.

Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi

è mai costui, che perfino i venti e il

 mare gli obbediscono?».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Perché temiamo, uomini di poca fede?

Il Signore è con noi sulla barca della

Chiesa che deve attraversare il mare

in tempesta della storia, fra le persecuzioni

del mondo e le consolazioni di Dio, e che

deve sempre e solo affidarsi al suo Maestro.

Perché temiamo, uomini di poca fede?

Il Signore è con noi, sulla barca della vita,

anche quando le cose vanno male

(o malissimo) e abbiamo l’impressione

di affogare a causa degli eventi o dei

nostri limiti o della malasorte.

Perché temiamo, uomini di poca fede?

Il Signore non ci ha forse mostrato più

e più volte che sa fare il suo mestiere?

Certo, tutti noi vorremmo il mare piatto

come una tavola, ma non è sempre così.

La tempesta ci insegna anche a navigare

fra le onde, ad imparare quando uscire con

la barca o a starcene rintanati in casa!

Perché temiamo, uomini di poca fede?

Il Signore è presente, anche se a volte

pare che dorma.

E noi a faticare e a sbuffare, consapevoli

di essere dei marinai di acqua dolce (e dire

che ci pensavamo navigatori capaci di

attraversare gli oceani in solitaria!),

finalmente capaci di riconoscere i nostri

evidentissimi limiti.

Perché temiamo, uomini di poca fede?

Ma piuttosto preghiamo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

Il Vangelo del Lunedì 30 Giugno 2025

 

Della 13° settimana del Tempo Ordinario.

SS. primi martiri della Chiesa di Roma.

Prima lettura.

Davvero sterminerai il giusto con l’empio?

Dal libro della Gènesi (18,16-33)

Quegli uomini [ospiti di Abramo] si

alzarono e andarono a contemplare

Sòdoma dall’alto, mentre Abramo li

accompagnava per congedarli.

Il Signore diceva: «Devo io tenere nascosto

ad Abramo quello che sto per fare, mentre

Abramo dovrà diventare una nazione

grande e potente e in lui si diranno

benedette tutte le nazioni della terra?

Infatti io l’ho scelto, perché egli obblighi

i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui a

osservare la via del Signore e ad agire con

giustizia e diritto, perché il Signore compia

per Abramo quanto gli ha promesso».

Disse allora il Signore: «Il grido di Sòdoma

e Gomorra è troppo grande e il loro

peccato è molto grave.

Voglio scendere a vedere se proprio hanno

fatto tutto il male di cui è giunto il grido

fino a me; lo voglio sapere!».

Quegli uomini partirono di là e andarono

verso Sòdoma, mentre Abramo stava

ancora alla presenza del Signore.

Abramo gli si avvicinò e gli disse:

«Davvero sterminerai il giusto con l’empio?

Forse vi sono cinquanta giusti nella città:

davvero li vuoi sopprimere?

E non perdonerai a quel luogo per

riguardo ai cinquanta giusti che

vi si trovano?

Lontano da te il far morire il giusto con

l’empio, così che il giusto sia trattato

come l’empio; lontano da te!

Forse il giudice di tutta la terra non

praticherà la giustizia?».

Rispose il Signore: «Se a Sòdoma

troverò cinquanta giusti nell’ambito

della città, per riguardo a loro

perdonerò a tutto quel luogo».

Abramo riprese e disse: «Vedi come

ardisco parlare al mio Signore, io che

sono polvere e cenere: forse ai cinquanta

giusti ne mancheranno cinque; per questi

cinque distruggerai tutta la città?».

Rispose: «Non la distruggerò, se ve

ne troverò quarantacinque».

Abramo riprese ancora a parlargli e disse:

«Forse là se ne troveranno quaranta».

Rispose: «Non lo farò, per riguardo

a quei quaranta».

Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se

parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta».

Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta».

Riprese: «Vedi come ardisco parlare

al mio Signore!

Forse là se ne troveranno venti».

Rispose: «Non la distruggerò per

riguardo a quei venti».

Riprese: «Non si adiri il mio Signore,

se parlo ancora una volta sola: forse là

se ne troveranno dieci».

Rispose: «Non la distruggerò per

riguardo a quei dieci».

Come ebbe finito di parlare con Abramo,

il Signore se ne andò e Abramo ritornò

alla sua abitazione.

Parola di Dio.

Vangelo.

Seguimi.

Dal Vangelo secondo

Matteo (8,18-22) anno dispari.

In quel tempo, vedendo la folla attorno a

sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.

Allora uno scriba si avvicinò e gli disse:

«Maestro, ti seguirò dovunque tu vada».

Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro

tane e gli uccelli del cielo i loro nidi,

ma il Figlio dell’uomo non ha dove

posare il capo».

E un altro dei suoi discepoli gli disse:

«Signore, permettimi di andare prima

a seppellire mio padre».

Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia

che i morti seppelliscano i loro morti».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Siamo chiamati a passare all’altra riva,

ad andare, a viaggiare.

Tutta la nostra vita è un percorso, un

cammino, un passaggio di luce in luce,

di gloria in gloria.

Siamo chiamati a passare all’altra riva,

dove, storicamente, abitavano i pagani.

I discepoli sono tali solo affinché

annuncino il Vangelo a chi non crede,

a chi non sa, a chi ancora non conosce.

Siamo chiamati a passare all’altra riva,

a non credere di avere capito, di sapere,

a non stare fermi sulle nostre posizioni,

anche quelle sante, anche quelle di fede.

Per farlo non dobbiamo immaginare che

la fede sia un comodo rifugio, un nido

in cui nasconderci e proteggerci dal

mondo sporco e cattivo.

Troppe volte nelle nostre comunità

troviamo persone che si dicono cristiane

solo per avere delle certezze, per ripararsi

dalle burrasche, convinte di dover essere

accolte ad ogni condizione (Gesù ha

ordinato di voler loro bene!).

Discepoli piccini che temono il confronto,

che fuggono quel mondo che il Maestro,

invece, percorre senza stancarsi.

Per passare all’altra riva dobbiamo anche

lasciare il nostro clan, i fortissimi legami

famigliari che sono un bene solo se

relativizzati a Dio.

Gesù vuole dei discepoli adulti, maturi,

veri, liberi e di preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

domenica 29 giugno 2025

Il Vangelo di Domenica 29 Giugno 2025

 

Della 13° Domenica del Tempo Ordinario.

Santi Pietro e Paolo, apostoli.

Prima lettura.

Ora so veramente che il Signore mi

ha strappato dalla mano di Erode.

Dagli Atti degli apostoli (12,1-11)

In quel tempo il re Erode cominciò a

perseguitare alcuni membri della Chiesa.

Fece uccidere di spada Giacomo,

fratello di Giovanni.

Vedendo che ciò era gradito ai Giudei,

fece arrestare anche Pietro.

Erano quelli i giorni degli Àzzimi.

Lo fece catturare e lo gettò in carcere,

consegnandolo in custodia a quattro

picchetti di quattro soldati ciascuno,

col proposito di farlo comparire davanti

al popolo dopo la Pasqua.

Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere,

dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio

una preghiera per lui.

In quella notte, quando Erode stava per

farlo comparire davanti al popolo, Pietro,

piantonato da due soldati e legato con

due catene, stava dormendo, mentre

davanti alle porte le sentinelle

custodivano il carcere.

Ed ecco, gli si presentò un angelo del

Signore e una luce sfolgorò nella cella.

Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò

e disse: «Àlzati, in fretta!».

E le catene gli caddero dalle mani.

L'angelo gli disse: «Mettiti la cintura

e légati i sandali».

E così fece.

L'angelo disse: «Metti il

mantello e seguimi!».

Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non

si rendeva conto che era realtà ciò che

stava succedendo per opera dell'angelo:

credeva invece di avere una visione.

Essi oltrepassarono il primo posto di

guardia e il secondo e arrivarono alla

porta di ferro che conduce in città; la

porta si aprì da sé davanti a loro.

Uscirono, percorsero una strada e a

un tratto l'angelo si allontanò da lui.

Pietro allora, rientrato in sé, disse:

«Ora so veramente che il Signore ha

mandato il suo angelo e mi ha strappato

dalla mano di Erode e da tutto ciò che

il popolo dei Giudei si attendeva».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 33 (34)

Ripetiamo. Il Signore mi ha

liberato da ogni paura.

 

Benedirò il Signore in ogni tempo,

sulla mia bocca sempre la sua lode.

Io mi glorio nel Signore:

i poveri ascoltino e si rallegrino. R.

 

Magnificate con me il Signore,

esaltiamo insieme il suo nome.

Ho cercato il Signore: mi ha risposto

e da ogni mia paura mi ha liberato. R.

 

Guardate a lui e sarete raggianti,

i vostri volti non dovranno arrossire.

Questo povero grida e il Signore lo ascolta,

lo salva da tutte le sue angosce. R.

 

L'angelo del Signore si accampa

attorno a quelli che lo temono, e li libera.

Gustate e vedete com'è buono il Signore;

beato l'uomo che in lui si rifugia. R.

 

Seconda lettura.

Ora mi resta soltanto la corona di giustizia.

Dalla seconda lettera di san

Paolo a Timoteo (4,6-8.17-18)

Figlio mio, io sto già per essere versato

in offerta ed è giunto il momento che

io lasci questa vita.

Ho combattuto la buona battaglia, ho

terminato la corsa, ho conservato la fede.

Ora mi resta soltanto la corona di

giustizia che il Signore, il giudice

giusto, mi consegnerà in quel giorno;

non solo a me, ma anche a tutti coloro

che hanno atteso con amore la

sua manifestazione.

Il Signore però mi è stato vicino e mi

ha dato forza, perché io potessi portare

a compimento l'annuncio del Vangelo

e tutte le genti lo ascoltassero: e così

fui liberato dalla bocca del leone.

Il Signore mi libererà da ogni male e

mi porterà in salvo nei cieli, nel suo

regno; a lui la gloria nei secoli

dei secoli. Amen.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò

la mia Chiesa e le potenze degli inferi

non prevarranno su di essa. (Mt 16,18)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo.

Tu sei Pietro, a te darò le chiavi

del regno dei cieli.

Dal Vangelo secondo

Matteo (16,13-19) anno C.

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione

di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi

discepoli: «La gente, chi dice che sia

il Figlio dell'uomo?».

Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il

Battista, altri Elìa, altri Geremìa o

qualcuno dei profeti».

Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».

Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo,

il Figlio del Dio vivente».

E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone,

figlio di Giona, perché né carne né sangue

te lo hanno rivelato, ma il Padre mio

che è nei cieli.

E io a te dico: tu sei Pietro e su questa

pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze

degli inferi non prevarranno su di essa.

A te darò le chiavi del regno dei cieli:

tutto ciò che legherai sulla terra sarà

legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai

sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Ci sono degli aspetti della Chiesa che

fatico a vivere e a capire, pur facendone

parte e amando questo sogno di Dio

che appartiene al suo Regno.

Ci sono degli aspetti, invece, che mi fanno

impazzire ogni volta che ci penso.

Impazzire di gioia.

La festa che oggi celebriamo, sostituendo

la Domenica, è proprio una di queste

sorprese guascone e irriverenti che mi

rendono felice e orgoglioso di essere

cristiano cattolico.

Oggi celebriamo i santi Pietro e Paolo,

il loro percorso, la loro fede, la loro lotta.

Dobbiamo, per riscoprirli, toglierli dalle

nicchie in cui li abbiamo messi, avere il

coraggio di pensare a loro come a delle

persone qualunque che hanno avuto

Dio in sorte.

Perciò ci sono simili.

Perciò ci sono necessari.

Pietro e Paolo sono così diversi, così

straordinariamente diversi!

Pietro è il pescatore di Cafarnao, uomo

semplice e rozzo, entusiasta e irruente,

generoso e fragile.

Paolo è l’intellettuale raffinato, lo zelante

persecutore, il convertito divorato

dalla passione.

Nulla avrebbe potuto mettere insieme

due persone così diverse.

Nulla. Solo Cristo.

Pietro il pescatore di Cafarnao, uomo

rude e semplice, di grande passione e

istinto, Pietro che segue il Maestro con

irruenza, poco abituato alle sottili

disquisizioni teologiche, Pietro che ama

profondamente Gesù, che ne scruta i passi,

Pietro il generoso e che sa poco di

diplomazia e il più delle volte nel Vangelo

interviene grossolanamente e a sproposito.

Pietro abituato alla fatica, con il volto

segnato da profonde rughe, con le mani

ingrossate e crepolate dalla canapa

e dall’acqua.

Che ne sapeva, lui, delle profezie e delle

diatribe tra rabbini?

Uomo di sangue e di concretezza, uomo

di lago e di pesci, Gesù lo ha scelto per la

sua cocciutaggine, per la sua tempra.

Pietro che viene scelto, proprio lui, non

Giovanni il mistico, per essere il capo del

gruppo, per garantire nella fede i fratelli.

Pietro stranito e confuso da questo nuovo

ruolo, decisamente fuori dalle sue corde.

La storia di Pietro ha così un’impennata

inattesa, brutale; Pietro dovrà essere

masticato dalla croce, sbattere pesantemente

il naso contro il proprio limite, piangere

amaramente la propria fragilità per

diventare il punto di riferimento dei cristiani.

Nessuno di noi conosce la propria fede

fino a quando questa non è messa alla

prova; così Pietro che si sentiva ormai

adulto nella fede, fondato nelle sue

convinzioni, deve fare i conti con la sua

paura e rinnega il Maestro e piange.

Pietro che troviamo, dopo il suo fallimento,

presso il lago di Tiberiade, dove lo aspetta

il Risorto che gli chiede, ora, di amarlo.

E Pietro abbassa lo sguardo, sente tagliente

bruciare la ferita dentro di sé.

Eppure crede, eppure ama; ora sì, è davvero

capace di confermare i fratelli, ora sì,

sul serio, può accompagnare il cammino

dei fratelli.

Grande Pietro, noi ti amiamo.

Non migliore ma vero, autentico, capace

di piangere i tuoi sbagli.

Per questo pianto noi ti amiamo, Pietro,

per questo silente singhiozzare di cane

fedele, perché la tua fragilità e la tua

paura sono le nostre.

A Pietro il Signore chiede di conservare

la fede, di tenerla intatta, di lasciarla

crescere dentro di sé e confermare i fratelli.

Perché mai Pietro è stato scelto come

garante della nostra fede?

Perché crede.

È l’unico che si è buttato nel lago andando

incontro a Gesù che cammina sulle acque,

impulsivo come sempre.

E Paolo, così diverso da Pietro, Paolo lo

studioso, l’intellettuale, il polemico, il

credente intransigente e fanatico che si

trova per terra davanti alla luce del

Nazareno, ci ricorda l’ardore della fede,

l’ansia dell’annuncio, il dono del carisma,

il fuoco dello Spirito.

Paolo è osteggiato prima dai suoi ex

compagni, i farisei, e poi dai suoi nuovi

fratelli, i cristiani.

Alcuni di quelli di Gerusalemme vedono

nella sua apertura al paganesimo un

tradimento del Vangelo e lo ostacolano

in tutti i modi.

Quanta pazienza e rabbia Paolo dovrà

esercitare per portare avanti la sua

idea di Regno!

Grazie a lui noi ora siamo figli di Dio,

grazie alla sua costanza e alle prove che

ha dovuto superare.

Senza di lui il cristianesimo sarebbe

rimasto chiuso nell’angusto spazio

dell’esperienza di Israele, grazie a Paolo

le mura sono state abbattute, grazie a lui

e alla sua forza il Vangelo ha

travalicato la storia.

Paolo il passionale, il focoso, che ama

e dona la sua vita alle sue comunità.

Nella loro vita poche volte i due si

incontrarono, a volte litigarono, si

confrontarono, si richiamarono alla fedeltà.

Eppure il loro comune Signore li adoperò

per farli diventare le due colonne principali

cui poggia l’edificio della Chiesa.

Pietro e la conservazione della fede.

Paolo e l’ardore dell’annuncio, l’anarchia

dello Spirito.

Difficilmente si sarebbe riusciti a mettere

insieme due figure più diverse, eppure la

Chiesa è così, fatta di gioiosa diversità,

di dilagante ricchezza.

Ed è bello e consolante, oggi, celebrare

insieme due che mai, nella vita, avrebbero

voluto essere ricordati insieme.

Così è la Chiesa, che oggi gioisce per

questi innamorati di Dio, lieta di poter

proporre ad ogni uomo lo stesso percorso

di scoperta del volto del Signore Gesù.

Pietro il pescatore, Paolo l’intellettuale,

le due colonne su cui poggia la nostra

fede, Pietro e Paolo, le colonne della fede,

ci insegnino a vivere nella tenerezza

dell’appartenere alla Chiesa.

Buona festa delle Colonne

della Chiesa, amici, Fausto.

Il Vangelo del Giovedì 28 Agosto 2025

  Della 21° Domenica del Tempo Ordinario. Sant' Agostino, vescovo e dottore della Chiesa. Prima Lettura. Il Signore vi faccia sovr...