domenica 13 luglio 2025

Il Vangelo del Lunedì 14 Luglio 2025

 

Della 15° settimana del Tempo Ordinario.

San Camillo de Lellis, Sacerdote.

Prima lettura.

Cerchiamo di essere avveduti nei

riguardi di Israele per impedire che cresca.

Dal libro dell’Èsodo (1,8-14.22)

In quei giorni, sorse sull’Egitto un nuovo

re, che non aveva conosciuto Giuseppe.

Egli disse al suo popolo: «Ecco che il

popolo dei figli d’Israele è più numeroso

e più forte di noi.

Cerchiamo di essere avveduti nei suoi

riguardi per impedire che cresca,

altrimenti, in caso di guerra, si unirà

ai nostri avversari, combatterà contro

di noi e poi partirà dal paese».

Perciò vennero imposti loro dei

sovrintendenti ai lavori forza- ti, per

opprimerli con le loro angherie, e così

costruirono per il faraone le

città-deposito, cioè Pitom e Ramses.

Ma quanto più opprimevano il popolo,

tanto più si moltiplicava e cresceva, ed

essi furono presi da spavento di fronte

agli Israeliti.

Per questo gli Egiziani fecero lavorare

i figli d’Israele trattandoli con durezza.

Resero loro amara la vita mediante una

dura schiavitù, costringendoli a preparare

l’argilla e a fabbricare mattoni, e ad ogni

sorta di lavoro nei campi; a tutti questi

lavori li obbligarono con durezza.

Il faraone diede quest’ordine a tutto il

suo popolo: «Gettate nel Nilo ogni figlio

maschio che nascerà, ma lasciate vivere

ogni femmina».

Io sono colui che sono! Io-Sono mi ha

mandato a voi.

Parola di Dio.

Vangelo.

Sono venuto a portare non pace, ma spada.

Dal Vangelo secondo

Matteo (10,34-11,1) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:

«Non crediate che io sia venuto a portare

pace sulla terra; sono venuto a portare

non pace, ma spada.

Sono infatti venuto a separare l'uomo da

suo padre e la figlia da sua madre e la

nuora da sua suocera; e nemici

dell'uomo saranno quelli della sua casa.

Chi ama padre o madre più di me, non

è degno di me; chi ama figlio o figlia

più di me, non è degno di me; chi non

prende la propria croce e non mi segue,

non è degno di me.

Chi avrà tenuto per sé la propria vita,

la perderà, e chi avrà perduto la propria

vita per causa mia, la troverà.

Chi accoglie voi accoglie me, e chi

accoglie me accoglie colui che mi

ha mandato.

Chi accoglie un profeta perché è un

profeta, avrà la ricompensa del profeta,

e chi accoglie un giusto perché è un giusto,

avrà la ricompensa del giusto.

Chi avrà dato da bere anche un solo

bicchiere d'acqua fresca a uno di questi

piccoli perché è un discepolo, in verità io

vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Quando Gesù ebbe terminato di dare

queste istruzioni ai suoi dodici discepoli,

partì di là per insegnare e predicare

nelle loro città.

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù conclude il lungo discorso di invio

dei discepoli richiamando l’essenziale.

E, quando Gesù richiama l'essenziale,

bisogna tenersi ai braccioli.

La famosa (e male interpretata!)

affermazione al cuore del Vangelo di

oggi dice l’essenziale del messaggio

cristiano; Gesù è più grande della più

grande gioia che possiamo sperimentare.

Più dell’amore di una donna/di un uomo,

più della gioia di diventare padre/madre,

più di ogni bene o avventura, o emozione,

Gesù pretende di colmare il cuore di

ogni discepolo.

Per fare quest’esperienza Gesù ci chiede

di metterci interamente in gioco, di essere

disposti a perderci in Lui.

La tristemente famosa croce da portare,

non consiste in qualche sofferenza

terribile che ci può capitare, ma in uno

stile di vita di chi, come Gesù, è disposto

a donare la propria vita.

È come se Gesù dicesse; solo donando

la tua vita come me puoi fare esperienza

di quanto io ti possa amare!

Sfida impegnativa, la sua, ma ricca

di conseguenze.

Se proprio non riusciamo a donare tutta

la nostra vita, a portare la croce

dell’abbandono al Padre, cerchiamo

almeno, in questa giornata, di vivere

la provocazione di Gesù che ci dice

di poter diventare più grande della più

grande gioia che possiamo vivere,

chiedendo aiuto alla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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