venerdì 18 luglio 2025

Il Vangelo del Sabato 19 Luglio 2025

 

Della 15° settimana del Tempo Ordinario.

Sant' Arsenio il Grande, eremita.

Prima Lettura.

Notte di veglia fu questa per il Signore

per farli uscire dalla terra d’Egitto.

Dal libro dell’Èsodo (12,37-42)

In quei giorni, gli Israeliti partirono

da Ramses alla volta di Succot, in

numero di seicentomila uomini adulti,

senza contare i bambini. Inoltre una

grande massa di gente promiscua partì

con loro e greggi e armenti in mandrie

molto grandi.

Fecero cuocere la pasta che avevano

portato dall’Egitto in forma di focacce

àzzime, perché non era lievitata: infatti

erano stati scacciati dall’Egitto e non

avevano potuto indugiare; neppure si

erano procurati provviste per il viaggio.

La permanenza degli Israeliti in Egitto

fu di quattrocentotrent’anni.

Al termine dei quattrocentotrent’anni,

proprio in quel giorno, tutte le schiere

del Signore uscirono dalla terra d’Egitto.

Notte di veglia fu questa per il Signore

per farli uscire dalla terra d’Egitto.

Questa sarà una notte di veglia in onore

del Signore per tutti gli Israeliti,

di generazione in generazione.

Parola di Dio.

Vangelo.

Impose loro di non divulgarlo, perché

si compisse ciò che era stato detto.

Dal Vangelo secondo

Matteo (12,14-21) anno dispari.

In quel tempo, i farisei uscirono e

tennero consiglio contro Gesù

per farlo morire.

Gesù però, avendolo saputo,

si allontanò di là.

Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti

e impose loro di non divulgarlo, perché

si compisse ciò che era stato detto per

mezzo del profeta Isaìa:

«Ecco il mio servo, che io ho scelto;

il mio amato, nel quale ho posto il

mio compiacimento.

Porrò il mio spirito sopra di lui e

annuncerà alle nazioni la giustizia.

Non contesterà né griderà né si udrà

nelle piazze la sua voce.

Non spezzerà una canna già incrinata,

non spegnerà una fiamma smorta, finché

non abbia fatto trionfare la giustizia;

nel suo nome spereranno le nazioni».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Vogliono tenere un consiglio

contro Gesù, i farisei.

Sono turbati dalla sua libertà interiore,

vedono che la gente, pericolosamente,

lo segue.

Gesù, allora, si fa prudente.

Continua a guarire, come potrebbe fare

diversamente, ma con maggiore cautela,

chiedendo ai guariti di non diffondere

la notizia.

Matteo, il pubblicano divenuto discepolo,

non nasconde la sua ammirazione e cita

Isaia; davvero Gesù è il servo di Jahwé

mansueto, che non spezza la canna

incrinata, che non spegne la fiamma smorta.

E lo fa per proclamare il diritto.

Buffo; i farisei pensano che Gesù sia

un trasgressore, un bestemmiatore,

un lassista.

Isaia pensa, invece, che la compassione

e la mitezza siano i tratti distintivi

del Messia.

Teniamolo bene a mente quando, nella

nostra Chiesa, invochiamo maggiore

serietà, incrollabile coerenza, rispetto

delle regole.

Ricordiamoci, come annota argutamente

il grandissimo san Francesco di Sales,

che si prendono più mosche con una sola

goccia di miele, che non con un barile di aceto.

Siano la compassione, la comprensione,

l’accoglienza, la bonomia, il sorriso, le virtù

che coltiviamo in noi stessi.

Non è con la ragione che si convertono

gli altri, ma con la bontà del cuore

e con la preghiera!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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