Della 10° settimana del Tempo Ordinario.
Sant' Eliseo, Profeta.
Prima lettura.
Colui che non aveva conosciuto peccato,
Dio lo fece peccato in nostro favore.
Dalla seconda lettera di san
Paolo apostolo ai Corìnzi (5,14-21)
Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede;
e noi sappiamo bene che uno è morto
per tutti, dunque tutti sono morti.
Ed egli è morto per tutti, perché quelli
che vivono non vivano più per se stessi,
ma per colui che è morto e risorto per loro.
Cosicché non guardiamo più nessuno
alla maniera umana; se an- che abbiamo
conosciuto Cristo alla maniera umana,
ora non lo conosciamo più così.
Tanto che, se uno è in Cristo, è una
nuova creatura; le cose vecchie sono
passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci
ha riconciliati con sé mediante Cristo
e ha affidato a noi il ministero della
riconciliazione.
Era Dio infatti che riconciliava a sé il
mondo in Cristo, non imputando agli
uomini le loro colpe e affidando a noi
la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo
ambasciatori: per mezzo nostro è
Dio stesso che esorta.
Vi supplichiamo in nome di Cristo:
lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato,
Dio lo fece peccato in nostro favore,
perché in lui noi potessimo diventare
giustizia di Dio.
Parola di Dio.
Vangelo.
Io vi dico: non giurate affatto.
Dal Vangelo secondo
Matteo (5,33-37) anno dispari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi
discepoli: «Avete anche inteso
che fu detto agli antichi: “Non giurerai
il falso, ma adempirai verso il
Signore i tuoi giuramenti”.
Ma io vi dico: non giurate affatto,
né per il cielo, perché è il trono di
Dio, né per la terra, perché è lo sgabello
dei suoi piedi, né per Gerusalemme,
perché è la città del grande Re.
Non giurare neppure per la tua testa,
perché non hai il potere di rendere
bianco o nero un solo capello.
Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”;
“No, no”; il di più viene dal Maligno».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Non
giurare per non spergiurare.
Il
valore dell’autorevolezza, il tirare
in
ballo Dio (o i figli o l’onore) non
serve
a niente, dice Gesù. Il discepolo
è
chiamato ad essere trasparente, anche
a
costo di essere rompiscatole.
In
un mondo fatto di esteriorità e di
apparenza,
i discepoli sono chiamati
ad
essere veri, a mettersi in gioco,
a
crescere nella luce della
presenza
di Dio.
Questo
non significa farsi divorare dagli
altri,
o manipolare, non tutti devono
sapere
tutto, non diamo le perle ai porci!
Ma
essere corretti, sì, costi quel che costi.
In
un mondo di furbetti e di opportunisti,
i
discepoli del Nazareno cercano di dire
‘sì’
quando è ‘si’ e ‘o’ quando è ‘no’,
senza
ambiguità, senza opportunismi.
E
questo, lo vediamo!, significa passare
dalla
parte di coloro che sono giudicati
poco
moderni o poco aperti di vedute.
La
Chiesa è fedele al vangelo, non alla
moda,
è fedele all’uomo, non all'opinione,
anche
se la chiarezza, a volte, viene
fatta
pagare a caro prezzo.
Viviamo
la nostra giornata nella più
totale
autenticità di sentimenti, di
pensieri
e di preghiera, sapendo che la
nostra
dignità di figli di Dio vale più
di
ogni riconoscimento del mondo,
di
ogni applauso.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti come anche
noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e
sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.
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