venerdì 13 giugno 2025

Il Vangelo del Sabato 14 Giugno 2025

 

Della 10° settimana del Tempo Ordinario.

Sant' Eliseo, Profeta.

Prima lettura.

Colui che non aveva conosciuto peccato,

Dio lo fece peccato in nostro favore.

Dalla seconda lettera di san

Paolo apostolo ai Corìnzi (5,14-21)

Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede;

e noi sappiamo bene che uno è morto

per tutti, dunque tutti sono morti.

Ed egli è morto per tutti, perché quelli

che vivono non vivano più per se stessi,

ma per colui che è morto e risorto per loro.

Cosicché non guardiamo più nessuno

alla maniera umana; se an- che abbiamo

conosciuto Cristo alla maniera umana,

ora non lo conosciamo più così.

Tanto che, se uno è in Cristo, è una

nuova creatura; le cose vecchie sono

passate; ecco, ne sono nate di nuove.

Tutto questo però viene da Dio, che ci

ha riconciliati con sé mediante Cristo

e ha affidato a noi il ministero della

riconciliazione.

Era Dio infatti che riconciliava a sé il

mondo in Cristo, non imputando agli

uomini le loro colpe e affidando a noi

la parola della riconciliazione.

In nome di Cristo, dunque, siamo

ambasciatori: per mezzo nostro è

Dio stesso che esorta.

Vi supplichiamo in nome di Cristo:

lasciatevi riconciliare con Dio.

Colui che non aveva conosciuto peccato,

Dio lo fece peccato in nostro favore,

perché in lui noi potessimo diventare

giustizia di Dio.

Parola di Dio.

Vangelo.

Io vi dico: non giurate affatto.

Dal Vangelo secondo

Matteo (5,33-37) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi

discepoli: «Avete anche inteso

che fu detto agli antichi: “Non giurerai

il falso, ma adempirai verso il

Signore i tuoi giuramenti”.

Ma io vi dico: non giurate affatto,

né per il cielo, perché è il trono di

Dio, né per la terra, perché è lo sgabello

dei suoi piedi, né per Gerusalemme,

perché è la città del grande Re.

Non giurare neppure per la tua testa,

perché non hai il potere di rendere

bianco o nero un solo capello.

Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”;

“No, no”; il di più viene dal Maligno».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Non giurare per non spergiurare.

Il valore dell’autorevolezza, il tirare

in ballo Dio (o i figli o l’onore) non

serve a niente, dice Gesù. Il discepolo

è chiamato ad essere trasparente, anche

a costo di essere rompiscatole.

In un mondo fatto di esteriorità e di

apparenza, i discepoli sono chiamati

ad essere veri, a mettersi in gioco,

a crescere nella luce della

presenza di Dio.

Questo non significa farsi divorare dagli

altri, o manipolare, non tutti devono

sapere tutto, non diamo le perle ai porci!

Ma essere corretti, sì, costi quel che costi.

In un mondo di furbetti e di opportunisti,

i discepoli del Nazareno cercano di dire

‘sì’ quando è ‘si’ e ‘o’ quando è ‘no’,

senza ambiguità, senza opportunismi.

E questo, lo vediamo!, significa passare

dalla parte di coloro che sono giudicati

poco moderni o poco aperti di vedute.

La Chiesa è fedele al vangelo, non alla

moda, è fedele all’uomo, non all'opinione,

anche se la chiarezza, a volte, viene

fatta pagare a caro prezzo.

Viviamo la nostra giornata nella più

totale autenticità di sentimenti, di

pensieri e di preghiera, sapendo che la

nostra dignità di figli di Dio vale più

di ogni riconoscimento del mondo,

di ogni applauso.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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