lunedì 18 agosto 2025

Il Vangelo del Martedì 19 Agosto 2025

 

Della 20° settimana del Tempo Ordinario.

San Giovanni Eudes, presbitero.

Prima Lettura.

Gedeone, salverai Israele:

non ti mando forse io?

Dal libro dei Giudici (6,11-24a)

In quei giorni, l’angelo del Signore venne

a sedere sotto il terebinto di Ofra, che

apparteneva a Ioas, Abiezerita.

Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano

nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti.

L’angelo del Signore gli apparve e gli

disse: «Il Signore è con te, uomo

forte e valoroso!».

Gedeone gli rispose: «Perdona, mio

signore: se il Signore è con noi, perché

ci è capitato tutto questo?

Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri

padri ci hanno narrato, dicendo: “Il Signore

non ci ha fatto forse salire dall’Egitto?”.

Ma ora il Signore ci ha abbandonato e

ci ha consegnato nelle mani di Madian».

Allora il Signore si volse a lui e gli disse:

«Va’ con questa tua forza e salva Israele

dalla mano di Madian; non ti

mando forse io?».

Gli rispose: «Perdona, mio signore:

come salverò Israele?

Ecco, la mia famiglia è la più povera di

Manasse e io sono il più piccolo nella

casa di mio padre».

Il Signore gli disse: «Io sarò con te e tu

sconfiggerai i Madianiti come se fossero

un uomo solo».

Gli disse allora: «Se ho trovato grazia ai

tuoi occhi, dammi un segno che proprio

tu mi parli.

Intanto, non te ne andare di qui prima

che io torni da te e porti la mia offerta

da presentarti».

Rispose: «Resterò fino al tuo ritorno».

Allora Gedeone entrò in casa, preparò

un capretto e con un’efa di farina fece

focacce àzzime; mise la carne in un

canestro, il brodo in una pentola, gli

portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì.

L’angelo di Dio gli disse: «Prendi la

carne e le focacce àzzime, posale su

questa pietra e vèrsavi il brodo».

Egli fece così.

Allora l’angelo del Signore stese

l’estremità del bastone che aveva in

mano e toccò la carne e le focacce

àzzime; dalla roccia salì un fuoco che

consumò la carne e le focacce àzzime,

e l’angelo del Signore scomparve

dai suoi occhi.

Gedeone vide che era l’angelo del

Signore e disse: «Signore Dio, ho

dunque visto l’angelo del Signore

faccia a faccia!».

Il Signore gli disse: «La pace sia con

te, non temere, non morirai!».

Allora Gedeone costruì in quel luogo

un altare al Signore e lo chiamò

«Il Signore è pace».

Parola di Dio.

Vangelo.

È più facile che un cammello passi

per la cruna di un ago, che un ricco

entri nel regno di Dio.

Dal Vangelo secondo

Matteo (19,23-30) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi

discepoli: «In verità io vi dico:

difficilmente un ricco entrerà nel

regno dei cieli.

Ve lo ripeto: è più facile che un cammello

passi per la cruna di un ago, che un ricco

entri nel regno di Dio».

A queste parole i discepoli rimasero

molto stupiti e dicevano: «Allora, chi

può essere salvato?».

Gesù li guardò e disse: «Questo è

impossibile agli uomini, ma a Dio

tutto è possibile».

Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi

abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo

seguito; che cosa dunque ne avremo?».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico:

voi che mi avete seguito, quando il Figlio

dell’uomo sarà seduto sul trono della sua

gloria, alla rigenerazione del mondo,

siederete anche voi su dodici troni a

giudicare le dodici tribù d’Israele.

Chiunque avrà lasciato case, o fratelli,

o sorelle, o padre, o madre, o figli,

o campi per il mio nome, riceverà cento

volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.

Molti dei primi saranno ultimi e molti

degli ultimi saranno primi».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù non ce l’ha con i ricchi, non

diciamo sciocchezze.

Fra i suoi discepoli annovera un esattore

delle tasse, si fa mantenere da alcune

donne fra cui la moglie di uno dei

funzionari del re, accetta l’invito di

Zaccheo, capo dei pubblicani, e riposa

nella ricca tomba di Giuseppe di Arimatea.

Gesù non è classista, guarda al di là del

portafoglio, sapendo che la ricchezza è

una questione di atteggiamento e di stile,

non di conto in banca.

Ma è anche estremamente disincantato;

sa che la ricchezza è un pericolo, un

rischio per la vita di fede.

Perché la ricchezza promette ciò che non

riesce a mantenere; serenità,

soddisfazione, pienezza.

Tutte cose che solo la fede può portare.

Gesù ammonisce noi discepoli;

l’attaccamento ai beni e ai possedimenti,

anche di piccola entità, ci possono far

perdere di vista l’essenziale, distrarci,

affannarci, farci perdere sonno e serenità.

Interroghiamoci, in questa giornata, sullo

stile con cui viviamo il nostro rapporto

con i beni della terra, se siamo

sufficientemente liberi per poter

dedicare del tempo e dell’energia

a ciò che davvero conta, la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

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