sabato 2 agosto 2025

Il Vangelo di Domenica 3 Agosto 2025

 

Della 18° Domenica del Tempo Ordinario.

Sant'Aspreno di Napoli, Vescovo.

Prima Lettura.

Quale profitto viene all'uomo da

tutta la sua fatica?

Dal libro del Qoèlet (1,2;2,21-23)

Vanità delle vanità, dice Qoèlet,

vanità delle vanità: tutto è vanità.

Chi ha lavorato con sapienza, con

scienza e con successo dovrà poi

lasciare la sua parte a un altro che

non vi ha per nulla faticato.

Anche questo è vanità e un grande male.

Infatti, quale profitto viene all’uomo da

tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni

del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole?

Tutti i suoi giorni non sono che dolori

e fastidi penosi; neppure di notte il

suo cuore riposa.

Anche questo è vanità!

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 89 (90)

Ripetiamo. Signore, sei stato per noi un

rifugio di generazione in generazione.

 

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,

quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».

Mille anni, ai tuoi occhi,

sono come il giorno di ieri che è passato,

come un turno di veglia nella notte. R.

 

Tu li sommergi:

sono come un sogno al mattino,

come l’erba che germoglia;

al mattino fiorisce e germoglia,

alla sera è falciata e secca. R.

 

Insegnaci a contare i nostri giorni

e acquisteremo un cuore saggio.

Ritorna, Signore: fino a quando?

Abbi pietà dei tuoi servi! R.

 

Saziaci al mattino con il tuo amore:

esulteremo e gioiremo per

tutti i nostri giorni.

Sia su di noi la dolcezza del Signore,

nostro Dio: rendi salda per noi l’opera

delle nostre mani, l’opera delle nostre

mani rendi salda. R.

 

Seconda Lettura.

Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.

Dalla lettera di san Paolo

apostolo ai Colossési Col 3,1-5.9-11

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate

le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla

 destra di Dio; rivolgete il pensiero alle

cose di lassù, non a quelle della terra.

Voi infatti siete morti e la vostra vita è

nascosta con Cristo in Dio!

Quando Cristo, vostra vita, sarà

manifestato, allora anche voi apparirete

con lui nella gloria.

Fate morire dunque ciò che appartiene

alla terra: impurità, immoralità,

passioni, desideri cattivi e quella

cupidigia che è idolatria.

Non dite menzogne gli uni agli altri: vi

siete svestiti dell’uomo vecchio con le

sue azioni e avete rivestito il nuovo,

che si rinnova per una piena conoscenza,

ad immagine di Colui che lo ha creato.

Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione

o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo,

libero, ma Cristo è tutto e in tutti.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Beati i poveri in spirito, perché

di essi è il regno dei cieli. (Mt 5,3)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo.

Quello che hai preparato, di chi sarà?

Dal Vangelo secondo

Luca (12,13-21) anno C.

In quel tempo, uno della folla disse a

Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che

divida con me l’eredità».

Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha

costituito giudice o mediatore

sopra di voi?».

E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi

lontani da ogni cupidigia perché, anche

se uno è nell’abbondanza, la sua vita

non dipende da ciò che egli possiede».

Poi disse loro una parabola: «La

campagna di un uomo ricco aveva

dato un raccolto abbondante.

Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché

non ho dove mettere i miei raccolti?

Farò così-disse-; demolirò i miei

magazzini e ne costruirò altri più

grandi e vi raccoglierò tutto il grano

e i miei beni.

Poi dirò a me stesso; Anima mia, hai

a disposizione molti beni, per molti

anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”.

Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte

stessa ti sarà richiesta la tua vita.

E quello che hai preparato, di chi sarà?”.

Così è di chi accumula tesori per sé e

non si arricchisce presso Dio».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Dalle stelle alle stalle!

La scorsa Domenica ci eravamo inteneriti

e consolati con la riflessione sulla preghiera,

quella precedente con la luminosa pagina

di Marta e Maria e oggi ci tocca parlare

di beghe ereditarie!

Tutta la Parola di oggi è incarnata nella

pesantezza della quotidianità, nella

concretezza delle scelte e delle relazioni,

nel difficile rapporto con le cose e le fortune.

Pensavate forse che la fede restasse

nascosta tra le nuvole? Ma dai!

Alzi la mano chi non ha mai avuto almeno

un piccolo dissidio per questioni di soldi.

Ovvio, siamo persone equilibrate e

oneste, è sempre una questione di

principio e il tale che chiede a Gesù

di intervenire con il fratello per una

questione di soldi, probabilmente

ha ragione; ha subito un torto e

vorrebbe essere risarcito.

Quante amicizie ho visto spazzate vie

per questioni di soldi, quanti (fragili e

superficiali) legami di parentela

tramutarsi in odio viscerale per

qualche metroquadro di casa.

D’altronde, siamo onesti; se gli affetti,

le amicizie, le relazioni di parentela non

si concretizzano in atteggiamenti di

equità e giustizia, se non passano la

prova della solidarietà, diventa davvero

difficile capire come si concretizza il

bene che diciamo di volerci.

Tant’è; Gesù sorride e risponde ‘no, grazie’.

No, grazie; possiamo benissimo capire

da noi cosa è giusto fare.

No, grazie; Dio ci ha creati

sufficientemente intelligenti per

risolvere ogni questione pratica.

No, grazie; smettiamola di chiedere

a Dio di fare ciò che potremmo fare

benissimo da soli.

No, grazie; Dio ci tratta da adulti,

evitiamo di considerarlo come un

preside che ci risolve i guai.

No, grazie; Dio non ci allaccia le scarpe,

né ci soffia il naso come con i bambini

piccoli, né ci risolve i problemi che

riusciamo a risolvere benissimo

da noi stessi.

Il mondo ha una sua armonia, una sua

logica, delle leggi che-in ultima

analisi-dipendono da Dio, ma che

funzionano da sé.

Dio non si alza al mattino per dare un

giro di manovella perché il mondo si

metta in moto, lo ha creato pieno di

intelligenza e di bellezza, a noi di

scoprirne le leggi intrinseche.

L’atteggiamento della Bibbia, a questo

proposito, è adulto e maturo; riconosce

in Dio l’origine di ogni cosa, ma lascia

all’uomo la capacità di gestire il creato.

Non occorre sfogliare la Scrittura per

sapere cosa è bene per l’economia,

la giustizia, la pace, la solidarietà,

è sufficiente ascoltare il nostro cuore,

la nostra coscienza illuminata.

Gesù sa che dietro la domanda del rissoso

fratello c’è una questione di soldi e ne

approfitta per fare una riflessione

sulla ricchezza.

A parole, sempre, siamo tutti liberi

e puri, francescani connaturali.

Proviamo tutti un connaturale pudore

nei confronti del denaro, lo consideriamo

qualcosa di pericoloso, di sporco, di ambiguo.

Una persona ricca è sempre guardata con

sospetto e, specie nel nostro mondo

cattolico, siamo sempre in imbarazzo

a parlare di denaro.

Tranne alcuni uomini di Chiesa; che

forse non hanno letto bene il Vangelo,

non hanno creduto fino in fondo quello

che ha detto Gesù al riguardo!

Gesù, paradossalmente, è molto libero

a tal proposito; non dice che la ricchezza

è una cosa sporca.

Dice solo che è pericolosa.

Guardate al pover’uomo della parabola;

un gran lavoratore, non ci viene descritto

come un disonesto, né come un avido,

anzi, fa tenerezza la sua preoccupazione

di far fruttare bene i suoi guadagni per

poi goderseli in pace…

La sua morte non è una punizione, ma

un evento possibile, sempre nell’ordine

delle autonomie delle cose di cui sopra.

Chissà; forse troppo stress, troppo lavoro,

troppe sigarette sono all’origine della sua

morte improvvisa, non certo l’azione di Dio.

Gesù ci ammonisce; la ricchezza promette

ciò che non può mantenere, ci illude che

possedere servirà a colmare il nostro cuore.

Come leggiamo nell’acida riflessione del

Qoelet, anche noi constatiamo come sia

inutile affannarsi ad accumulare ricchezze

di cui altri godranno.

Accogliendo l’invito di Paolo, se davvero

abbiamo incontrato Cristo, l’ordine delle

nostre priorità è cambiato nel profondo.

Il nostro mondo suscita bisogni fasulli

per colmare il grido di assoluto che

scaturisce dal nostro cuore e che Dio

solo può colmare.

Un pò di essenzialità, allora, ci può

aiutare a ricordarci che siamo pellegrini,

che la ricchezza ci può ingannare, e che

chi ha avuto dalla Provvidenza un pò di

fortuna economica, è per accumulare

tesori in cielo aiutando i fratelli più poveri.

La Parola di propone un grande esame

di coscienza collettivo, senza farci inutili

sensi di colpa, proponendoci essenzialità

nel gestire le cose della terra, assoluta

correttezza per chi, nelle ‘comunità’,

deve gestire il denaro a servizio

dell’annuncio del Regno.

Andiamo all’essenziale, come il Signore

ci chiede, lasciamo che siano le cose

importanti a guidare la nostra vita,

le nostre scelte.

Non di soldi, ma di ben altre ricchezze ha

bisogno il nostro cuore, di beni immensi,

di tesori infiniti.

Della tenerezza di Dio.

Scusate, amici, questa riflessione

dovrebbero leggerla solo alcuni avidi

uomini di Chiesa, speriamo lo facciano,

buona Domenica Fausto

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